Una frase attribuita a Simone De Beauvoir ci ammonisce tutti: “Non dimenticate mai che sarà sufficiente una crisi politica, economica o religiosa perché i diritti delle donne siano rimessi in discussione. Questi diritti non sono mai acquisiti. Dovrete restare vigili durante tutto il corso della vostra vita”. In effetti la prima associazione di idee che suscita questa frase sono le fotografie che ritraggono le donne iraniane prima della rivoluzione del 1979 e quelle che ritraggono le donne iraniane dopo quella rivoluzione. Purtroppo queste donne hanno scoperto sulla loro pelle che i loro diritti fondamentali non erano stati acquisiti una volta per sempre. In questo contesto ha destato clamore l’episodio della studentessa iraniana che si è spogliata all’Università per protestare contro il regime che impone alle donne di portare il velo in pubblico. La giovane era stata arrestata e si era temuto il peggio per lei… Cosa le avranno fatto? È ancora viva? ci siamo chiesti È di pochi giorni fa la notizia che lei è ancora viva, non verrà processata ed è stata affidata alla famiglia in quanto “malata di mente“. Le principali testate giornalistiche italiane riportano questa notizia. Da un punto di vista umano, proviamo gioia, sollievo, quasi incredulità...dal punto di vista delle donne di tutto il mondo, cosa dobbiamo dedurre? Hanno avuto paura di ucciderla, di torturarla, di farne una martire? Cosa c’è dietro questa decisione di non agire contro di lei? Siamo autorizzati a sperare, a credere che la ribellione, l’opposizione ai regimi totalitari, di qualunque genere, possa servire effettivamente a qualcosa? E del resto, quali sono le alternative alla speranza? Se non crediamo che l’obiettivo sia almeno possibile da raggiungere, come può essere efficace il nostro lavoro? Mi sembra giusto chiudere con due frasi significative. Una è di Simone De Beauvoir, tratta da Il secondo sesso: “Una donna che non ha paura degli uomini, fa loro paura.” L’altra è di Madame Gisele Pelicot, protagonista di una orribile vicenda di stupro che occupa in questi giorni le pagine dei quotidiani: “Non spetta a noi provare vergogna ma a loro”.
Avv. Maria Elisabetta Puri, FC